giovedì 17 ottobre 2013

La Scherma uno sport sempre più attuale, ma come allenarsi



La scherma è uno sport olimpico famoso in tutto il mondo ed eseguito ad alti livelli dagli atleti italiani. Tante sono le medaglie portate a casa durante le diverse olimpiadi, i praticanti di questo sport si sono sempre distinti dalle squadre concorrenti raggiungendo dei livelli incredibili da fare invidia alle varie associazioni sportive disseminate per il globo. Ma cosa fa di questi atleti dei vincitori, solo un duro e costante allenamento, accompagnato da tanta fatica e una straordinaria forza di volontà.
Vediamo come si pratica l’allenamento della scherma sportiva.

La scherma è uno sport che ha origini antiche e rientra a far parte delle antiche arti marziali. L’uso di armi per il combattimento risale a tempi molto remoti come i popoli greci e romani. Tra il Medioevo e il  Rinascimento abbiamo una cospicua testimonianza scritta in tantissimi volumi storici che rievocano l’uso della spada utilizzata come addestramento dell’uomo sia per difesa personale, sia per difendere il proprio casato. La parola scherma è di origine longobarda e il suo significato sta proprio ad indicare una protezione, una copertura del corpo verso i corpi estranei. 

Si possono distinguere varie discipline, la scherma antica o tradizionale, e quella sportiva rappresentata ai giochi olimpici. In generale possiamo definire la scherma  come uno sport basato sul combattimento tra i due soggetti attraverso l’uso di  un arma che può essere scelta tra una spada, un fioretto o una sciabola. Queste tre diverse armi hanno delle caratteristiche fisiche e delle regole di combattimento  del tutto diverse tra di loro. Le lame in genere sono lunghe tra gli 88 e i 90 cm, la lunghezza massima arriva a110 cm e il peso varia a seconda dell’arma. La spada è la più pesante mentre la sciabola e il fioretto pesano molto di meno. Le tre armi costituiscono i tre stili della scherma e il duello cambia a seconda della tecnica scelta.
Per raggiungere dei risultati importanti l’allenamento deve essere costante e continuativo, lì attività praticata a livello agonistico deve partire già all’età di 10 anni e gli atleti vengono scelti in base all’età e al ranking, le categorie sono giovanissimi, giovani, assoluti (under 18)e seniores (30-60 anni).


L’allenamento consiste nel capire le condizione dell’allievo, le proprie capacità e spingerlo verso l’acquisizione di una maggiore velocità nei movimenti, seguendo una metodologia specifica che consiste nell’eseguire determinati esercizi che permettono lo sviluppo della rapidità dei movimenti. Lo sviluppo della forza fisica e della resistenza, lo scatto veloce degli arti superiori abbinati con una buona tecnica di quelli inferiori. L’esercizio mira a raggiungere il livello massimale di ogni atleta, e prevede movimenti e attività fisiche che a lungo andare preparano lo schermidore ad una escurione articolare e ad allungamenti muscolari particolari.
La durata di un’incontro di scherma dura in genere 9 minuti distinti in intervalli da tre. Il combattimento avviene su una pedana davanti a dei giudici, gli atleti che prendono il nome di schermidori, accumulano punti quando colpiscono il proprio avversario. Le regole variano a seconda del tipo di arma che si utilizza, il vincitore in ogni caso è colui che riesce a portare a termine più stoccate.

In generale l’incontro consiste in una serie di attacchi e parate a cui l’atleta deve rispondere attraverso rimesse e raddoppi. La scherma è uno sport che si effettua anche in squadra composta da tre elementi che duellano rispettivamente con altri tre avversari.
Le manifestazioni sportive e le gare più importanti si svolgono in tutto il mondo e la FIS Federazione Italiana di Scherma è l’associazione italiana che da 100 anni comunica agli atleti le diverse ed eventuali gare e trofei. Le diverse scuole, palestre e accademie sono disseminate in ogni territorio e ogni città o provincia ha la sua associazione di competenza a cui si ci può rivolgere per iniziare questa nuova avventura sportiva.


Christian Grey in attesa del film le adolescenti innamorate dell'uomo dominatore



 Uno dei personaggi romanzeschi  più pungenti e attraenti degli ultimi anni, un uomo cinico, egoista, maschilista e sadico, ma maledettamente bello e attraente. Christian Grey il personaggio protagonista della trilogia di  E. L. James che ha fatto trepidare tutte le donne che hanno letto “Cinquanta sfumature di grigio” il primo volume che ha venduto milioni di copie e i diritti in tutto il mondo. 

La relazione sadomasochista tra una studentessa,  “Ana” e il maledetto imprenditore ricchissimo “Christian” è una tipica relazione in cui l’uomo è visto come imponente, altero, superiore che considera  la donna un bene e la costringe a vivere secondo le sue regole e ad assecondare ogni sua richiesta. Non è un racconto per adolescenti, eppure sono tante le ragazze che innamorate di quest’idea di erotismo e passione possono farsi trasportare da quest’enfasi di passione e abbandonarsi a relazioni solo di tipo sessuale.

Innamorate di Christian Gray, in un epoca dove invece l’uomo sembra essere diventato sempre più dolce, angelico, quasi bonario, indebolito da un’immagine di una donna forte e intraprendente anche nella relazione di coppia. Combattute da questo controsenso le donne e le ragazze di oggi abituate a vivere in una società di parità tra uomini e donne, almeno in teoria, rimangono affascinate da una visione di un uomo che le sottomette per puro piacere sessuale.
Ma nella vita reale come nel romanzo tutte le donne proprio come il personaggio di “Ana” si renderanno conto presto che non è facile assecondare le voglie matte di uomini folli ed eseguire gli ordini sia nella vita privata che nell’intimità non è affatto fattibile. Tuffarsi a capofitto in relazioni ingestibili solo per scopi amatori e lussuosi avrà sempre un risvolto sentimentale non sempre positivo.

Comunicare con gli adolescenti arrabbiati



Gestire la rabbia dei propri figli non è per niente facile, da un momento all’altro i genitori vedono i figli cambiare, il giorno prima erano dei bambini tutti coccole e bacetti, il giorno dopo si trovano davanti degli adolescenti che di coccole non ne vogliono proprio sapere e sono scontrosi, distanti a volte anche aggressivi.
 Ma da dove arriva questo comportamento e come si interviene. Il mestiere dei genitori è quello più difficile, all’improvviso si ritrovano a convivere con lo stress dei propri figli e per una volta devono mettere da parte il proprio, per occuparsi di loro.  La scuola, le attività extrascolastiche, lo sport, le amicizie, la scoperta del sesso, la continua ricerca d’identità. Tutte fonti di ansia e temi attuali in questa fase di transizione dall’infanzia all’età adulta. Gli adolescenti spesso sono arrabbiati per una serie di motivi legati alla fase della pubertà in cui si ritrovano, non è facile accettare il cambiamento, soprattutto se si hanno 11 anni, le crisi sono dietro l’angolo e bisogna affrontarle con coscienza. 

Prima di tutto questi ragazzi si trovano a vivere dei momenti molto emozionanti, cominciano a conoscere loro stessi non solo psicologicamente ma soprattutto fisicamente. Vedono il proprio corpo cambiare e reagiscono in modi diversi, c’è chi si sente già adulto e richiede più libertà e autonomia; chi invece non accetta subito questa nuova condizione e diventa aggressivo con il mondo intero. I primi a soffrirne sono i genitori, perché rappresentano l’unico sfogo reale per i figli. Ma come fare ad aiutarli, come affrontare la situazione. La maggior parte degli psicologi afferma che bisogna comprendere la rabbia dei propri figli e cercare di affiancarli il più possibile per superare questa fase. Il primo punto fermo deve essere la fiducia, che in un nucleo familiare dovrebbe essere alla base del rapporto genitori figli. Se durante la crescita si è riusciti a stabilire un buon rapporto di stabilità e fiducia verso i propri figli, questo è il momento di testarla. 


L’adolescente è alla ricerca del proprio spazio, della propria personalità e indipendenza, vuole uscire con gli amici, è testardo, polemico, acquisisce nuove visioni e ideali e vuole farli valere all’interno della propria famiglia. Se viene contraddetto comincia a rispondere male, a non ascoltare, a fregarsene fino a chiudersi in se stesso e a creare una vera e propria barriera verso i genitori.  La sua identità inizia a crollare, tutte le cose che aveva fatto fino a quel momento non lo soddisfano più, i suoi interessi cambiano, cerca di seguire la massa di coetanei e facilmente si lascia trasportare. Questo è un momento delicato perché preso dalla curiosità del mondo esterno può trovarsi in situazioni poco piacevoli e ingannevoli; è questa l’età in cui si avvicinano al fumo, alle droghe e alle pratiche più inusuali. L’estremo controllo non serve a nulla se non a provocare la reazione contraria, i figli soggetti a troppa pressione cominceranno a mentire e a nascondere le proprie azioni e gli atteggiamenti. Neanche assecondarli in tutto va bene, perché significherebbe accettare le loro richieste. L’unico modo è stabilire un giusto equilibrio tra le loro volontà e le vostre aspettative.


 Cercate di interessarvi alla loro condizione, di colloquiare con loro, di appassionarvi alle loro iniziative e alle attività che frequentano. Accompagnateli in giro, ma lasciateli liberi di stare con i propri amici senza di voi che siete sicuramente di troppo. Impostate delle regole di base da rispettare che non siano però troppo severe, ad esempio date degli orari stabiliti per rientrare a casa, ma tenete conto dei coetanei, non sarebbe giusto farli rientrare alle 9:30 se tutti gli amici rientrano verso le 10:30, questa cosa li farebbe infuriare. Certo non è che devono rientrare alle 2 di notte, così non va bene. Offritevi di accompagnarli dappertutto, non vi annoiate, sarà importante per loro, sapranno di poter contare su di voi. Questo sarà per voi sarà il miglior modo per sapere dove vanno e controllare le loro amicizie, ma da lontano. Cercate di insegnargli i valori importanti della vita e se loro pretendono le cose spiegategli con calma che non si può avere tutto e subito, ma il modo migliore è guadagnarselo.

 Coinvolgeteli nelle faccende di casa, fatevi aiutare nelle situazioni quotidiane familiari, e scambiate con loro opinioni sulla scuola, sulla società e sul lavoro. Per trasmettergli il senso del dovere fategli capire che se vogliono ricevere una cosa devono darne una in cambio, promettete una paghetta, un premio in cambio di un servizio in casa. Studiate le migliori strategie, e provate per tentativi, prima o poi troverete un giusto accordo e passata questa fase vedrete che ritroverete con i vostri figli quella sintonia che sembra perduta ma in realtà è solo celata dietro la loro ricerca dell’io interiore.